sabato 12 dicembre 2009

L'amore della donna e della madre

C’è una diffusa ideologia radicale che mette in continua contrapposizione e competizione l’uomo e la donna. Con l’idea di dare alla donna tutto ciò che l’uomo ha e che a lei manca. In realtà si guarda all’uomo secondo una logica riduttiva, una logica di successo e di potere. Di conseguenza si chiede anche per la donna un’affermazione secondo la stessa logica. L’uomo che ha potere può vivere con maggiore autonomia, può fare meglio ciò che gli pare e piace. Desiderare la felicità, è un fastidio ineliminabile a meno di incontrarla. Proprio questa assuefazione borghese del vivere è il contenuto della promessa che l’ideologia moderna fa alla donna: essere come l’uomo per godere dei suoi diritti, della sua libertà, del suo potere, ma anche per soffrire del vuoto, della noia e della tristezza di una vita senza senso.
La questione donna non ha nulla che vedere con la questione del divenire donna, su cui tanto si sgrullano i professionisti femminilisti o antifemminilisti che cercano di tagliarle su misura l'abito del conformismo, che si ammanta di naturalismo. Ne uscirebbe una donna come negativa dell'uomo: a lei la passione, a lui la razionalità, e via cosi" con le varie rappresentazioni della differenza sessuale.
Jacques Lacan parla di diventare qualcosa di più. La trasformazione del niente non è diventare madre. Non è di avere ma di essere. Non chiudere il vuoto ma lavorarci attorno. Realizzare qualcosa tramite il non avere, tenersi la mancanza perché da questa mancanza esce fuori qualcosa di più. Aprirsi al desiderio dell’altro – è l’amore – cercare di scavarsi in altro, è fondamentale.
Essere ciò che manca all’altro, attraverso amore. Una donna vuole essere amata, supera tutti i limiti per l’amore. La donna innamorata non cerca più quello che le manca, lo ha conquistato nell’amore.

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